Nei primi anni Trenta frequenta la Scuola di Disegno di Faenza sotto la guida di Roberto Sella e di Francesco Nonni. Nel 1936 espone per la prima volta a Ravenna e nel 1937 si trasferisce a Firenze per frequentare i corsi di scultura dell’Istituto d’Arte, e partecipare al vivace ambiente artistico di quella città.
Nel 1941 torna a Faenza dove organizza manifestazioni culturali e, verso il finire della guerra, si impegna nel recupero di opere d’arte danneggiate dai bombardamenti. Nel 1948 è presente alla Biennale di Venezia con sculture, poi nel 1949 a Milano e alla Quadriennale di Roma. Dal 1951 al 1982 risiede a Genova e compie vari viaggi in Spagna e in Mediterraneo. A queste date i soggetti iconografici (paesaggi assolati e interni con figure femminili e maschili in simbolici e a volte conturbanti atteggiamenti) e i modi eleganti della sua pittura sono ormai definiti e verranno solo leggermente affinati nel corso della sua lunga carriera.
Tiene ancora mostre personali e partecipa a concorsi e collettive, impegnandosi anche in campo scultoreo. Sedotto dal mito mediterraneo, Tampieri si raffigura spesso in compagnia di modelle discinte mettendo in netto contrasto la sua pensosa figura con la sfolgorante bellezza delle figure femminili, a sottolineare l’eternità di una bellezza ideale e l’inarrestabile degrado della vita umana.